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Il codice della cortesia italiana

184188
Giuseppe Bortone 26 occorrenze
  • 1947
  • Società Editrice Internazionale
  • Torino
  • verismo
  • UNICT
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Il codice della cortesia italiana

», non si vuol già significare la dose maggiore o minore di nobiltà, o un titolo che rimonti, piú o meno, alle Crociate: come ci possono esser titolati che

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offrire l'aperitivo, lo serve da sé. Se vuol offrire del brodo ristretto, farà portare un vassoio con le tazze - mai piene fino all'orlo - e le offrirà

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sanno mettere in valore né la loro grazia, né l'eccellenza di ciò che indossano, né le cure spese per loro dall'artefice. Ciò vuol dire che l'eleganza non

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giocare non deve mettersi con chi sa; e se qualcuno vi càpita o vi vuol partecipare di proposito, i piú esperti non andranno in collera, né lo

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, liberamente, chi vuol allietare o onorare col suo saluto. Accade talora di salutare, per errore, una signora che non si conosca: bisogna continuare a

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signora, o a una persona che, evidentemente, mal si regga in piedi: dovrebbero farlo sempre i giovinetti, ed anche le giovinette. Se un signore vuol

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dall'ambiente, dall'ora, dalla circostanza - ecco alcune buone norme da tenersi presenti: Chi non sa o non vuol ballare è meglio non intervenga; le signorine

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dal modo nostro; e poiché a tutti piace di esser ben giudicati, bisogna mettersi in condizioni di esserlo. Le valige. Se si vuol viaggiare

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, dell'aria, delle visioni panoramiche. C'è chi vuole il finestrino sempre chiuso e chi lo vuol sempre aperto; chi preferisce il vetro, chi la

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smezzare; per nascondere. Dopo tutto, i doganieri alle piccole cose non badano; e se le cose son grosse, vuol dire che chi ha già sborsato il piú si

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con i « propri » saluti: secondo i casi, aff.to, aff.mo, dev.to, dev.mo: servitore, mai servo, che vuol dire schiavo. Nelle lettere familiari, meglio

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sicuri che mentisce; se non vuol mentire, dirà che non ne avrà mai abbastanza! Le impressioni che egli riceve, e alle quali con bella spontaneità

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serenità, di fiducia, di gioia non vuol dire fermarsi alle superficialità, perché altro è esser persona gioiosa e altro, invece, esser persona spensierata

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studio, al sollievo e al giubilo della ricreazione. Se qualcuno vuol continuare a studiare non deve essere molestato o deriso dagli altri. Come egli

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« ben piú volentieri » e « ben piú disposto a tutto » dove lo manda il superiore a cui egli vuol bene. I reparti che rendono di piú son sempre quelli

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, se non si vuol andare incontro alla taccia, per lo meno, di indelicati, evitare di chiedere a prestito oggetti che si possano facilmente guastare nel

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e sempre madre benevola, s uggerisce quali sono le soddisfazioni che bisogna chiedere all'età; ed essa stessa ne è larga dispensatrice: chi vuol

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vergognare d'averlo fatto. Ci vuol poco a sberleffare una signora anziana che tenti di far scomparire gli anni sotto un cumulo di pomate e belletti e tinture

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ogni erba un fascio; giacché si può anche osservare che la radice di « virile » è la stessa di « virtú »; che « virtú » vuol dire « valore » e

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non si fermi all'orecchio, ma quasi arrivi calda e carezzevole, col sentimento che si vuol esprimere, al cuore di chi ci ascolta. Il tono della voce è

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vuol accennare a quel « ringraziamento tangibile » che si suol dare a chi ci ha reso un servizio. D'altra parte, è giusto che chiunque ha fatto per

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battesimo, se la madrina vuol regalare, col beneplacito dei genitori del battezzando, un corredino, bisogna ricordi - ciò che, del resto, sanno

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biglietto si spedisce in busta chiusa, quando si vuol attribuire importanza all'occasione per cui si manda o particolare considerazione alla persona

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. E quando l'invito e fatto cordialmente, si può anche passar sopra ad alcune formalità. Però bisogna pure tener presente che l'invitato vuol

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si vuol dare importanza, o che ci sia molta familiarità con le persone cui si telefona ; né per comunicare cose delicate o notizie riservate. Ora

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vuol esser riguardato e curato simultaneamente, in tutte le età, condizioni ed occasioni. Quindi, un codice del costume non può che esser unico

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